I dolcetti siciliani tradizionali della Festa dei defunti
Domani andremo da Stella Lu e Lorenzo, e sarà il 31 ottobre, e dappertutto sarà un tripudio di zucche, streghe e "dolcetto o scherzetto". Divertente, certo, ma non voglio che i miei nipoti dimentichino del tutto quello che erano questi giorni per noi : il mio compito, quindi, sarà quello che è stato, prima di me, di mia madre e, prima ancora, dei miei nonni.
Ve lo svelo nel post pubblicato nel vecchio blog, qualche anno fa.
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Non so come ci riusciva, ma ci fregava sempre! Mia madre era bravissima a nascondere in posti impensabili i dolcetti dei morti. Insieme all'immancabile Pasta Martorana, che da bambini ci piaceva solo da ammirare, nelle mille fogge di frutti colorati e bellissimi, c'erano gli Ics, dolcetti dal ripieno di cedro candito, e gli Scardellini, appunto.
Quando tutti e cinque eravamo riusciti a conquistare l'ambito vassoietto, cominciava il baratto. Due Scardellini per una ciliegia di marzapane ,o tutti gli ics in cambio degli Scardellini, oppure...
A me piacevano molto i biscotti a forma di ics, con quel velo di zucchero ed il ricco ripieno verde di cedro e zuccata, mentre i miei fratelli erano estimatori degli Scardellini, ed era solo un fare cambi e mangiucchiare, finché non avevamo dato fondo a tutto.
Anche se c'era sempre qualcuno, non ricordo se mia sorella Manuela, che riusciva a conservare qualche dolcino fin quasi a Natale, tirandolo fuori nei momenti di disperata voglia di dolce ,con nostro grande stupore.
Sì, perché , quando ero io bambina, i dolci non si mangiavano ogni giorno, ma solo in occasione di una festa, o comunque quando si desiderava trasformare in festa un giorno qualunque. E le Feste dei Morti ( una volta era festivo sia il primo novembre , giorno di Ognissanti, che il due, la commemorazione dei Defunti),erano una Festa a tutti gli effetti.
Scuole , negozi ed uffici chiusi, si godeva appieno delle prime giornate di novembre, preannuncio del Natale prossimo.
E credevamo davvero che, nella notte fra il primo e il due novembre, i Morticini, chi dei nostri cari non era più fra noi, venissero in punta di piedi a trovarci, per portare dolciumi o piccoli doni, nascondendoceli in posti impensati.
Una tradizione bellissima, che ancora, almeno fin quando ho avuto i miei ragazzi in casa, ho cercato di mantenere, nascondendo a mia volta i dolcetti nella notte..
Ma li ho sempre comprati.
Stavolta, vorrei provare a fare in casa gli "Scardellini", detti anche "pasta garofanata", perché aromatizzata dai chiodi di garofano, o, semplicemente, "morticini", per le macabre forme date dai tradizionali stampi di gesso. Purtroppo non sono in possesso degli ormai rarissimi stampi, quindi i miei dolci avranno la forma più comune, facilmente replicabile, ma se voleste, potreste sagomare l'impasto a forma di ossa o provare a dare forme più insolite. Certamente, Hallowen non ha inventato nulla e dovremmo riprendere una tradizione che ci fa sentire meno lontano chi non è più con noi , donando un sorriso ai nostri bambini e riscaldando il cuore anche a chi bambino non lo è più.
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Ingredienti
Farina 00 g 300
Zucchero g 400
Acqua g 75
Cannella macinata mezzo cucchiaino
Chiodi di garofano macinati n. 3
Procedimento
Portate quasi ad ebollizione l'acqua con lo zucchero .
Versate lo sciroppo di zucchero sulla farina e le spezie, poste in planetaria con le lame a foglia, mescolando finché si sarà ottenuto un composto ben lavorato, senza aggiungere altra farina.
Quando il composto si sarà intiepidito, versatelo sulla spianatoia e sagomarlo a forma di salamini, che si taglieranno in piccoli tronchetti . Sistemateli , distanziati, su teglie ricoperte di carta da forno e decorateli con i rebbi di una forchetta.
Poneteli ad asciugare per due tre giorni, coperti da un velo finché la superficie sarà diventata quasi bianca, seccandosi.
La tradizione indica come mezzo di asciugatura ideale il sole siciliano. Vedete voi..
Appena asciutti, si bagnerà il fondo, con l'aiuto di una pennellessa, e si inforneranno a 180 gradi, su carta da forno bagnata.
Come per magia, si separeranno in due parti, come se si trattasse di due biscotti uniti, dopo circa dieci, quindici minuti.
Si tratta invece dello zucchero che, in grossa quantità, si sarà separato dalla farina, cuocendosi e imbrunendosi.
Essendo la parte superiore più secca, lo zucchero tenderà a fuoriuscire dalla parte inferiore, più umida, e inizierà a caramellarsi, lasciando vuota e friabile la parte superiore, di farina e aromi, bianca.
Sono biscotti che quindi hanno consistenza diversa nelle due parti, friabile la parte superiore, dove rimane concentrata la farina ,e durissima quella inferiore.
Oggi si trovano anche più morbidi, penso per l'uso di zucchero invertito, ma la ricetta tradizionale li vuole proprio così: da sgranocchiare.
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